V. 3 (2018): DIDATTICA E PROGETTI NELLE SCUOLE DI ARCHITETTURA

Teaching and Projects of Architecture Schools

Il numero 3 di AGATHÓN si propone di attivare un confronto fra Docenti, Studiosi e Progettisti in relazione alle richieste avanzate dalla Call for Papers: Quale sarà la nuova Architettura per questo terzo Millennio? In un contesto nazionale e internazionale dove l’Architettura, nella sua accezione più intima, sembra essere un’arte dimenticata, dove gli scenari urbani si presentano sempre più degradati e improntati da uno stanco e logoro razionalismo, dove sembrano imperare solo le architetture delle Archistar, sorge spontaneo domandarsi cosa fare? Quale sarà il compito che dovranno assumere i luoghi della formazione nei confronti di questo scenario così complesso, attraversato da tanta innovazione tecnologica e immateriale, ma anche da tanta arretratezza culturale e materiale? Le Scuole di Architettura si stanno rinnovando, hanno strategie adeguate con i nuovi tempi e i diversi luoghi?
Già nell’Editoriale di AGATHÓN 2 Alberto Sposito sottoponeva al lettore alcune perplessità che riemergono nelle tematiche affrontate in questo numero: «l’architettura come pratica artistica esiste ancora? È arte che va inesorabilmente scomparendo all’ombra delle cosiddette Archistar? Quali linguaggi, forme, espressioni potranno scaturire dall’innovazione dei processi, dei materiali e dei prodotti, in risposta alle esigenze di una contestuale sostenibilità economica, sociale e ambientale? Gli ordinamenti e la didattica nelle Scuole di Architettura sono adeguati ai vari contesti, dato lo stato sociale, politico, culturale, economico (e anche morale), in cui ci troviamo? L’Università è in grado di comunicare in modo efficace e corretto ai cittadini di domani? Infine, avviandoci a Industria 4.0 o meglio a Edilizia 4.0, le norme e le procedure relative al progetto sono opportune e giuste o costituiscono vincoli opprimenti e malefici?». Le risposte pervenute alle tante domande avanzate sono state molte e dai contenuti interessanti ed evidenziano differenze o coincidenze fra le diverse Scuole di Architettura, di Ingegneria e di Design nazionali e internazionali.
Se è auspicabile e necessario «un confronto ampio e aperto fra quanti nelle istituzioni, nella ricerca, nel mondo accademico, professionale e produttivo sono interessati a prefigurare strategie e attuare azioni finalizzate a offrire nuove competenze, a innalzare la qualità del progetto e delle opere costruite, a ripensare le forme della conoscenza e gli stessi statuti cognitivi del progetto» (tratto dalla presentazione al Convegno Internazionale La produzione del Progetto, SITdA e dArTe, Università Mediterranea di Reggio Calabria, 14-15 giugno 2018), forse chi scrive questo Editoriale non riuscirà a vedere ed essere partecipe come Docente ai risultati generati da una nuova formazione che sta percorrendo la strada che conduce o inizia da Industria 4.0, oppure quella che guida verso una nuova Architettura o un nuovo Design più consapevoli e rispettosi dell’ambiente ma specialmente degli individui, cercando di allontanare i ‘malefici’ che complesse strutture burocratiche hanno iniziato a ‘costruire’ attorno alla didattica, alla conoscenza e alla coscienza culturale dei futuri progettisti.

Pubblicato: 30-06-2018

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