Opere durevoli, opere effimere … venti anni dopo
DOI:
https://doi.org/10.19229/2464-9309/482018Parole chiave:
durata, temporaneità, permanenza, progetto, costruzioneAbstract
Nell’ottobre del 1998 la rivista Modulo pubblicava un articolo a firma di Giovanni Klaus Koenig dal titolo ‘Opere durevoli, opere effimere’. L’autore vi trattava il delicato rapporto che lega l’architettura alla sua conservazione. A distanza esatta di 20 anni, l’articolo intende ritornare su tre delle questioni allora poste dal Professore a corollario della sua trattazione, attualizzandone il portato culturale sulla base di stimoli e istanze proprie della contemporaneità. La prima questione riguarda il rapporto tra il durevole e l’effimero in architettura. La seconda riguarda le ‘due vie’ di approccio alle critiche dell’architettura che Cesare Brandi chiamava ‘astanza’ e ‘semiosi’. La terza è quella che l’autore identifica come il ‘restauro dei progetti’.
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