V. 8 (2020): SCENARI POSSIBILI E PREFERIBILI DI UN FUTURO SOSTENIBILE | VERSO IL 2030 E OLTRE

POSSIBLE AND PREFERABLE SCENARIOS OF A SUSTAINABLE FUTURE: Towards 2030 and Beyond

Il numero 8 di AGATHÓN raccoglie saggi, studi, ricerche e progetti sul tema dal titolo ‘Scenari possibili e preferibili di un futuro sostenibile – Verso il 2030 e oltre’: tema di costante interesse quello dell’indagare sul futuro – potremmo quasi dire di prassi consolidata – per l’Accademia e per il mondo delle professioni e dell’industria. Siamo entrati nel terzo decennio del nuovo millennio, e dobbiamo riflettere sugli obiettivi che ci eravamo posti per il traguardo del 2020, sui risultati finora raggiunti e soprattutto su quelli non ottenuti, nella consapevolezza che già entro il 2030 il mondo sarà profondamente diverso: i principali contributi intellettuali e scientifici del nostro tempo convergono nel sottolineare quanto i quattro fattori che oggi incidono maggiormente sul pianeta – la tecnologia, il mercato globalizzato, la questione ambientale e la salute – stiano pressando tutte contemporaneamente, con inevitabili implicazioni sul territorio, sulle città, sulle architetture, sui prodotti e sui servizi che saranno progettati, sviluppati e utilizzati in futuro. Un tentativo di risposta per questo orizzonte temporale è suggerito dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite. Ma l’aver posto questi obiettivi basterà ad accelerare l’innovazione del vivere, abitare, produrre, lavorare, costruire, pensare nel senso più profondamente sostenibile? Vi è ormai la profonda consapevolezza che il futuro dei territori, dei paesaggi, delle città, delle architetture e dei prodotti del fare umano dipenderà quasi totalmente dalle decisioni che prenderemo oggi, da quanto sapremo essere ‘preparati’, ‘visionari’ e ‘anticipatori’ e da come declineremo il tema della sostenibilità, della mitigazione, dell’adattamento (nelle loro accezioni più ampie) rispetto agli obiettivi posti. Spingendoci oltre il 2030 e immaginando il 2050, dovremo certamente confrontarci con un aumento della popolazione che sfiorerà i dieci miliardi di individui, concentrati per il 75% nei centri abitati e nelle aree urbanizzate (Nazioni Unite, 2019), il che farà delle città del futuro, e degli scenari che le sottenderanno, i veri elementi cruciali su cui si giocherà la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’intero pianeta.
Diverse le domande avanzate dalla Call alcune delle quali hanno trovato risposta nei contributi pubblicati. Nella sezione ‘Focus’ del volume, i saggi introduttivi riportano il personale contributo degli studiosi invitati nella qualità di esperti sul tema tra cui Carlo Ratti (Professore presso il Massachusetts Institute of Technology) e Daniele Belleri (dello studio CRA – Carlo Ratti Associati), Lavinia e Thomas Herzog (Professor Emeritus of Excellence presso la Technische Universität di Monaco di Baviera), Dario Russo (Professore presso l’Università di Palermo) e Massimo Moretti (Fondatore del gruppo WASP), Patrick Thépot (Professore presso la École Nationale Supérieure d’Architecture di Grenoble), Françoise Blanc (Professoressa presso la Ecole Nationale Supérieure d’Architecture di Toulouse).
Alla luce dei contributi pubblicati possiamo affermare che una visione del futuro sostenibile dell’Abitare, con uno sguardo ai due orizzonti temporali del 2030 e del 2050, si giocherà su dieci principali macro-questioni: 1) transizione ecologica e incremento della qualità ambientale; 2) transizione alla green economy ed efficacia e circolarità nell’uso delle risorse; 3) mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, verso una totale neutralità carbonica; 4) bioclimatica, efficienza energetica e rinnovabilità delle fonti, verso il modello di positive energy cities; 5) progressiva riduzione del consumo di suolo, verso il modello di ‘consumo di suolo zero’; 6) dialettica tra globalizzazione e glocalizzazione; 7) transizione digitale, tecnologie abilitanti e opportunità legate a sistemi di Data Science e a Industria 4.0; 8) interazione dei più avanzati e diversificati expertise con communities sempre più smart, in un’ottica di condivisione e inclusione; 9) sfide ‘policrisi’ aperte dal tempo della pandemia e dalla minaccia di future forme pandemiche; 10) innovazione dei modi e degli spazi dell’abitare, lavorare, studiare, produrre, consumare e socializzare, nell’interfaccia sinergico e trasversale ‘con’ e ‘tra’ tutte le precedenti macro-questioni. Questioni, approcci e visioni, dunque, da pensare non più come fattori a sé stanti, ma piuttosto come parti attive di un progetto strategico in costante evoluzione e aggiornamento, che le veda co-partecipanti nella definizione di scenari in cui i processi di trasformazione della nostra società siano da esse indirizzati, nutriti, caratterizzati, per continuare a immaginare e costruire un futuro più desiderabile delle nostre città.

Pubblicato: 27-12-2020

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