V. 4 (2018): IL TEMPORANEO FRA NECESSITÀ E PIACERE

Impermanence between Necessity and Pleasure

Se una volta era il tempo a sancire e a governare il rapporto fra architettura e storia, a evidenziare la capacità dell’architettura di essere tramandata ai posteri, di essere eredità e testimonianza di un determinato periodo storico, oggi il concetto di durata deve essere ripensato, dovendosi confrontare con variabili tipiche della contemporaneità e che identificano una nuova architettura provvisoria e mobile, dando vita a rinnovate forme e sistemi appartenenti a un’architettura che definiremo Temporanea. Una modernità sempre più indirizzata a fornire risposte immediate a situazioni continuamente mutevoli, caratterizzata dalla disponibilità di nuovi materiali, di componenti e di sistemi costruttivi che hanno reso la realizzazione di manufatti provvisori e mobili più rispondente alle esigenze della produzione e dell’utenza. Le Architetture Temporanee diventano così i ‘non luoghi’ dell’architettura, dando vita a un settore di ricerca, di sperimentazione e di progettazione nuovo e originale, finalizzato alla realizzazione di effimeri spazi costruiti, che si contrappongono a quelli permanenti e duraturi, appartenenti a una architettura consolidata e più convenzionale. Tutto ciò al contempo si coniuga con una lunga storia della temporaneità e dell’effimero in architettura, e nelle arti ad essa connesse, intesi tra l’altro come occasione di celebrazione e di sperimentazione progettuale.
Oltre che in risposta all’emergenza (quali calamità naturali, esodi conseguenti a guerre o a traumi politici, ecc.), cui ogni comunità deve essere in grado di potere dare risposte concrete all’eventualità di una inaspettata provvisorietà dell’abitare, la temporaneità può essere protagonista di un’architettura che, con sistemi innovativi mobili e variabili, può fornire risposte funzionali alle sollecitazioni dei nostri sensi: il gustare, il vedere, il sentire, il toccare, l’odorare. Sono queste sollecitazioni a stimolare la creatività del progettista nella ricerca di architetture provvisorie, oltre a rispondere alle esigenze e ai requisiti che definiscono e caratterizzano la temporaneità (montabilità, smontabilità, assemblaggio, flessibilità, trasportabilità, ecc.). Alla temporaneità si affianca così una ulteriore valenza, che ne arricchisce il significato e che vede nel ‘piacere’ un valore aggiunto per la creazione di unità ambientali provvisorie ma nello stesso tempo altamente tecnologiche, o rappresentative, dove i materiali e le tecniche possono trovare una esaltazione costruttiva e assurgere, anche se per un breve periodo, ad Architettura. La dimensione del ‘piacere’ è legata alla dimensione del progetto, che ne ricerca il suo soddisfacimento, in cui antropometria, requisiti tipologico-dimensionali e materiali confluiscono nel risultato finale che, oltre a rispondere ai parametri peculiari dell’architettura temporanea, offre soluzioni idonee all’accessibilità per tutte le categorie di fruitori.
Tutti i contributi pubblicati identificano nuovi aspetti di una Temporaneità, che non è più relegata in una iniziale e breve fase del processo costruttivo, in cui l’Architettura sembra non essere coinvolta, ma al contrario, come precisato nell’introduzione a questo editoriale, ci troviamo di fronte a un concetto di durata che deve essere ripensato, confrontandosi con le variabili tipiche della contemporaneità che identificano una nuova Architettura che sebbene provvisoria, impermanente, è anche duratura grazie a una rinnovata funzionalità, dove materiali, tecniche e contesti sociali possono trovare una esaltazione costruttiva ed elevarsi ad Architettura, anche se per un breve periodo.

Pubblicato: 30-12-2018

Fascicolo completo

Indice | Colophon | Editoriale

Architettura | Review Articles

Arte | Ricerca & Sperimentazione

Design | Ricerca & Sperimentazione