V. 12 (2022): INNOVABILITY | Transizione digitale

AGATHON vol 12_2022_innovability_digital transition

Nell’ambito delle scienze economiche e sociali si è diffuso il termine ‘innovability’©® al quale si attribuisce una rinnovata forza propulsiva per un nuovo paradigma di sviluppo che esprime una delle sfide più cruciali del nostro tempo e la necessità di una ‘solidale’ convergenza tra le due istanze inderogabili della ‘innovazione’ e della ‘sostenibilità’, come se queste fossero due istanze opposte e contrastanti: al di là del termine impiegato, ancor di più in tempo di pandemia con il suo impatto economico e sociale, l’Umanità promuove una sua prerogativa, l’uso delle ‘cose’ che la natura ci mette a disposizione per farne altro dalla loro primaria funzione (innovazione), consapevole che quelle risorse non sono inesauribili (sostenibilità). In questo contesto, che deve guardare sempre avanti, occorre progettare le nostre migliori azioni politiche e di sistema per promuovere la necessità di innovare usando bene e in modo consapevole le risorse del Pianeta.
‘La trasformazione verde e quella digitale sono sfide indissociabili’, ha affermato Ursula von der Leyen, nel suo discorso di investitura come Presidente della Commissione Europea nel 2019. In tal senso l’European Green Deal, la Next Generation EU e il New European Bauhaus, così come gli altri Piani nazionali (ad esempio il PNRR in Italia), assumono importanza strategica sia nel definire, in modo chiaro e univoco, le traiettorie di sviluppo futuro di un’Europa ecologica, digitale, coesa e resiliente, sia nel correggere i principali squilibri presenti nel vecchio continente, facendo convergere – pur nella eterogeneità delle condizioni degli Stati Membri – le aspettative e le istanze, di ordine generale, comuni e condivise, di cittadini e imprese. Un fil rouge quello della ‘transizione’ che unisce temi e dibattiti che investono al tempo stesso la scienza, la tecnologia ma anche la filosofia, l’antropologia, l’ecologia e l’economia, declinate attraverso i tanti aggettivi specialistici che ne definiscono ambiti sempre più circoscritti, eppur più aperti a logiche di transdisciplinarità, in una sorta di speciazione delle discipline e del linguaggio richiamando nomi come Bateson, Commoner, Catton and Dunlap, Carpo, Kelly, Solis, Negroponte, e ancora Jonas, Morin, Floridi, Caffo.
In questo scenario, in cui l’antropologia digitale si riconosce nel termine ‘anticipazione’, nella capacità di interagire con il flusso continuo dell’innovazione per costruire un nuovo ecosistema digitale (Solis, 2016), l’innovazione antropocentrica trova la sua collocazione ideale, si espande e si evolve traguardando la capacità di mettere l’uomo e i suoi bisogni al centro delle nuove proposte di valore. Questa nuova forma di ‘innovazione sostenibile’ non può che avere come priorità, congiunte e contemporanee, il benessere sociale e quello ambientale, tali da facilitare una transizione etica e sostenibile a beneficio dell’intera comunità (WEF, 2022). La trasformazione antropica dello spazio è un’azione energivora che incrementa il livello di entropia, ancora molto distante da sistematici quanto diffusi approcci di tipo ‘cradle to cradle’ o rispettosi delle risorse non rinnovabili. Il tema non riguarda quindi gli statuti disciplinari quanto piuttosto aspetti di interdisciplinarità e trasversalità finalizzati a orientare e favorire una ‘ripresa’ resiliente, sostenibile e inclusiva.
Alla luce delle superiori premesse il numero 12 di AGATHÓN raccoglie saggi, studi, ricerche e progetti sul tema Innovability©® | Transizione Digitale per indagare sulla trasformazione pervasiva e diffusa in atto che unisce dicotomie (analogico e digitale), esalta ossimori (intelligenza artificiale), realizza paradossi (materialità dell’intangibile) coinvolgendo, indifferentemente, l’architettura, le scienze umane e sociali, l’antropologia, la sociologia, l’ecologia, la biologia, le scienze fisico-matematiche e le neuroscienze con impatti che – visibili già oggi e accelerati in parte dalla condizione straordinaria di emergenza sanitaria mondiale – si renderanno ancor più evidenti a medio e lungo termine. Una trasformazione certamente ‘digitale’, che studiosi come Floridi (2020) e Galimberti (2020), ma anche Haraway (2018), Searle (2017) e Chomsky (2011), hanno posto su un piano innanzitutto ontologico ed epistemologico in quanto coinvolge l’essenza delle ‘cose’, il modo con cui le definiamo, il mondo che ci circonda e in particolare la nostra relazione con gli elementi che lo costituiscono.

Pubblicato: 31-12-2022

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