La seconda vita dei micro organismi. Il design biodigitale per una nuova ecologia dello spazio e del comportamento
DOI:
https://doi.org/10.19229/2464-9309/942021Parole chiave:
design sistemico, design biodigitale, design ricostituente, biotecnologia, dark ecologyAbstract
Riflettere oggi, in qualità di progettisti e di ricercatori, sul tema della Seconda Vita significa porsi non soltanto domande circa le possibili declinazioni contemporanee di questo termine all’interno di un campo disciplinare definito da saperi che intrecciano ambiti quali l’Urbanistica, l’Architettura, gli Interni e il Design, ma anche esplorare il concetto stesso di vita rendendo gli organismi viventi, umani e non, parte attiva della speculazione e delle eventuali sperimentazioni dando nuovo significato ad azioni come la rigenerazione o il riuso. Per farlo, è necessario ampliare il raggio di intervento e coinvolgere altre discipline come la biologia e l’informatica, ma anche la filosofia, l’antropologia e molte altre. Esempio di questa pratica è il design sistemico, un metodo definito dalla combinazione e integrazione di pensiero sistemico, design computazionale, biotecnologia e prototipazione. Si tratta di un approccio allargato del design – che spazia dal micro al macro – incorporato in applicazioni dove i progetti e le installazioni diventano laboratori interattivi basati sulla collaborazione interspecie. Testimonianza di questo approccio è il lavoro svolto da una realtà multidisciplinare come ecoLogicStudio, attraverso la teoria e la pratica.
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