Franco Vaccari. L'esperienza del buio verso lo sciamanesimo
DOI:
https://doi.org/10.19229/2464-9309/452018Parole chiave:
buio, luce, performance, sciamanesimo, estasiAbstract
Il presente contributo analizza una delle opere più emblematiche e significative della produzione artistica di Franco Vaccari, La Scultura Buia, un’opera/performance temporanea in cui l’esperienza del buio viene giocata sui concetti di presenza-assenza, suggerita, sia concettualmente che visivamente, dal passaggio dalla luce al buio. Un buio labirintico che favorisce il coinvolgimento degli altri sensi e contribuisce a ritrovare quelle forme di luce presenti nei mondi dello spirito che proprio lo spazio ottico cela alla vista impedendone la visione. È lo stesso spazio del sogno e dello spirito, che lo sciamano attraversa – in uno stato alterato di coscienza – allo scopo di recuperare l’anima dagli esseri a lui più vicini, persa con il sopraggiungere di una malattia. Spazi bui in cui, come afferma Vaccari, le forme che si possono incontrare diventano eventi imprevedibili con caratteristiche allucinatorie.
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