Il territorio nell’architettura. Grande scala e agricoltura nell’architettura italiana, 1966-1978
DOI:
https://doi.org/10.19229/2464-9309/752020Parole chiave:
Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Archizoom, Superstudio, 9999Abstract
Un’inedita interscalarità lega l’architettura italiana al territorio fra il 1966 e il 1978. Due filoni principali, l’uno riferito a Vittorio Gregotti e Aldo Rossi, l’altro alle Avanguardie Radicali, si mostrano come fondamenti teorici di alcuni orientamenti contemporanei della disciplina. L’insegnamento del territorio sulle modalità di relazione fra i fatti formali e il ruolo autonomo dell’architettura nella città storicizzata, visto in rapporto ai progetti per immagini delle Architetture Radicali e al ruolo che vi assume l’agricoltura, mostra che la transcalarità è qui inscindibile dalla transdisciplinarietà. Quelle opere, distillando il gesto formale per riattivare relazioni a grande scala e in un tempo diacronico, opponendo l’architettura all’artificialità della città delle merci alla conquista di ogni terra emersa, utilizzando il collage in una poetica per frammenti e componendo progetti come scenari, fanno riecheggiare il loro insegnamento nella nostra stagione.
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