Ripartire dalle rovine per ritrovare i nostri Dei

Autori

  • Annalucia D'Erchia Politecnico di Milano

DOI:

https://doi.org/10.19229/2464-9309/132017

Parole chiave:

archeologia, memoria collettiva, cantieri aperti

Abstract

Una rinnovata sensibilità nei confronti dell’antico, con la finalità della conoscenza e di una maggiore consapevolezza delle nostre radici, ha portato alla crescita, esponenziale negli ultimi trent’anni, del dibattito sul futuro del passato. Un passato percepito come genesi, stratificazione di passati, presenti e futuri tra loro inscindibili. Ripartire dalle rovine è una riflessione sulla potenzialità rigeneratrice che un intervento contemporaneo può avere sull’antico: la strategia è la valorizzazione, la comunicazione, la musealizzazione. Una traduzione possibile è l’apertura dei cantieri alla collettività. Questo processo, prima che essere necessario per risolvere il problema urbano di ricucitura e continuità tra parti di città, è necessario per ritrovare i nostri dei, la nostra identità.

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Biografia autore

Annalucia D'Erchia, Politecnico di Milano

Dottoranda presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente costruito (ABC), è tutor del Workshop di Progettazione “Antico e Nuovo” presso la Casa del Mantegna nell’ambito di "MantovArchitettura".
E-mail: annalucia.derchia@polimi.it

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Pubblicato

30-06-2017

Come citare

D’Erchia, A. (2017) «Ripartire dalle rovine per ritrovare i nostri Dei», AGATHÓN | International Journal of Architecture Art and Design, 1(online), pagg. 15–20. doi: 10.19229/2464-9309/132017.

Fascicolo

Sezione

Architettura | Saggi & Punti di vista
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