Interfacce materiche. Il biologico incontra il digitale
DOI:
https://doi.org/10.19229/2464-9309/10162021Parole chiave:
materialità digitale, esperienza materiale, design delle superfici, percezione, biofabbricazioneAbstract
L’introduzione del concetto di ‘materialità digitale’ supera la consuetudine di considerare gli attributi fisici della materia in opposizione a tutto ciò che è virtuale, binario e digitale. Già Bonsiepe nel 1995 integra il carattere materico degli oggetti e il valore semiotico dell’interfaccia, riconoscendole l’abilità di configurarsi come ‘linguaggio non verbale’, ‘apparato spaziale’ che stabilisce nuove relazioni tra corpo umano e tecnologia. Le superfici dunque svolgono il ruolo chiave di ‘membrane’ che creano e ricevono stimoli innestati tra interno ed esterno, tra soggetto e oggetto. Dal quadro descritto emerge la necessità di sperimentare soluzioni alternative che rispondano alle esigenze in termini sia di circolarità/sostenibilità che di esperienza/fruizione, attraverso ad esempio interfacce materiche o sperimentazioni sui nuovi materiali biofabbricati come la nanocellulosa microbica.
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